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Libro La Rivolta di Itri

 

Questa pagina del sito è dedicata al saggio: 1911-LA RIVOLTA DI ITRI. Alle due presentazioni: a Itri il 26 febbraio 2011 e a Fondi il 13 luglio 2011. L'avvenimento interessò la stampa della Provincia di Latina e di Roma e numerosi siti Internet. Ve ne propongo alcuni, che ho dovuto sintetizzare per motivi di spazio.

 

IL TERRITORIO – Latina - 22.2.2011 - p.9

La Rivolta del 1911

“… Sullo sfondo di un’Italia inizio secolo, la rivolta dei sardi a Itri, il bel libro di Pino Pecchia, 1911 LA RIVOLTA DI ITRI A cento anni da un eccidio, rappresenta, un significativo attuale anche al di là del periodo storico e del clima politico culturale in cui ha avuto origine (Leone D’ambrosio)”.

 

LATINA OGGI – 26.2.2011 p. 32

Rivolta d’Itri, la presentazione del libro di Pino Pecchia

“… Lo storico torna a raccontare, a sette anni di distanza da “I Sardi a Itri”... un evento che rappresenta ancora una “ferita aperta”, ovvero l’eccidio della popolazione itrana avvenuta durante gli scontri con gli operai sardi della Direttissima Roma - Napoli. Nelle pagine viene ricostruito il contesto di allora attraverso i fatti, i documenti storici, ma anche il pretesto da cui nacque lo scontro, il processo, le voci e i commenti su ciò che avvenne.

E la vicenda è osservata da entrambi i punti di vista, dalla popolazione locale e dagli “invasori”, senza giudizi o opinioni: con spirito critico, Pecchia riferisce gli avvenimenti vissuti quando l’Italia era già un paese unito, ma lo spirito di unità era ancora lontano dal nascere. Uno degli obiettivi del saggio è proprio questo: aprire un ponte tra Itri e la Sardegna, un ponte ideale che unisca le due terre rivali per una parentesi storica ma che possono essere uniti dalla verità storica (Ga.M.)”.

 

IL MESSAGGERO 25.2.2011 p. 32 Spettacoli & Cultura

Un libro-verità di Pino Pecchia

a cento anni dalla rivolta di Itri.

“… L’autore ritorna su un fatto di cronaca che vide coinvolte, il 12 e 13 luglio del 1911, queste zone per i drammatici scontri con centinaia di operai sardi … Un libro-verità con cui Pecchia getta un ponte ideale tra Itri e la terra di Sardegna… La rivolta di Itri è un frammento di storia d’Italia, unita da appena 50 anni ma ancora lontana da quel senso di unità nazionale che stentava a concretizzarsi (An. Gionti)”.

 

Il CORRIERE PONTINO 25.2.2011 p. 24 Cultura

La rivolta di Itri attraverso lo sguardo di Giuseppe Pecchia.

“1911, La rivolta di Itri. A cento anni da un eccidio. Il fatto. Il pretesto. Il contesto. Il processo. Il commento". Prosegue, con questa nuova produzione libraria… l'analisi e la riscoperta degli eventi più significativi che hanno caratterizzato la storia della cittadina. Analisi e riscoperta, sì; giudizio, no. Questo, in sintesi, il leit motiv dell'opera pubblicata e partorita dalla mente di Giuseppe Pecchia, studioso, scrittore, cultore e amante di tutto ciò che, nel continuo trasformarsi della vita del Mondo, conferisce alle pagine che ne caratterizzano l’eterno divenire, quel sale che sublima il pensiero e il comportamento della specie umana. Ma non è un Pino Pecchia "metafisico" che viene fuori dalla lettura delle oltre duecento pagine del suo nuovo libro.”

“Ad accompagnare piacevolmente il lettore alla conoscenza dei fatti è un Pino Pecchia che
ha raccolto e ricomposto i tasselli del mosaico storico dell'evento, senza aggiungere nient’altro. Non si è preso la briga di destinare nei gironi dei cattivi gli uni e nei cieli dei buoni gli altri. C'è, nell'intento dell'autore, la volontà di approfondire la conoscenza di un evento che la superficiale valutazione degli "opinionisti" dell'epoca aveva superficialmente
giudicato a senso unico, forse per quell'interpretazione tanto cara ai redattori dei testi di storia dove il male deve per forza stare sempre da una parte. Inutilmente il lettore s’imbatterà in sentenze emesse dall'autore. Pino Pecchia, le lascia alla capacità d’interpretazione storica e sociale del lettore.”

“Nell'occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, il libro di Pecchia getta quel ponte che unisce Itri e il continente alla Sardegna, con la ricchezza delle relative culture, in quel processo di autentica integrazione nazionale, da cui prendere le mosse quel disegno di fratellanza totale che si vorrebbe vedere diffuso su tutto l'ecumene terrestre, secondo quell'unico sentimento che l'autore non ha ritegno a nascondere o a trasmettere sottovoce: la forte convinzione dell'eterna valenza del messaggio di pace e di amore che le pagine del Vangelo ci dettano (Orazio Ruggeri)”.

 

LA PROVINCIA 26.2.2011 p. 39 Spettacoli & Cultura

“1911: la rivolta di Itri”: storie di violenza e conflitti

culturali all’ombra della ferrovia.

 

“Ad un secolo di distanza la complessa vicenda dell’Eccidio di Itri resta una ferita aperta nell’epidermide della storia pontina… Ai tanti interrogativi che ancora oggi quella pagina nera solleva, ha provato a rispondere lo storico Pino Pecchia attraverso una intensa attività di ricerca su fonti originali, Ne è scaturito il volume “1911 La rivolta di Itri – A cento anni da un eccidio”… l’opera nasce con l'intento di fornire una solida base documentale… per l’avvio di un confronto finalmente sereno e imparziale, capace di portare a una definitiva pacificazione. Perché la materia viva di quei giorni non manca ancora oggi di suscitare indignazione, scandalo e interrogativi cui pare difficile fornire risposte univoche ed esaustive. È lo stesso Pecchia a guidarci attraverso quei complessi mesi, ricostruendo, atti alla mano, il clima che si respirava all’epoca. Nel 1911 l’unità d’Italia era un primato conseguito da appena un cinquantennio e il nostro paese si presentava con un arcipelago ancora caotico di varianti linguistiche, costumi, modelli di vita, organizzazioni burocratiche differenti, in cui si poteva passare in pochi chilometri dall’efficiente e preindustriale Piemonte al profondo Sud rurale, attraversando magari la Roma postpapalina. In questo mosaico composito prova a mettere ordine la monarchia sabauda e la classe dirigente del Nord. Vengono avviate grandi riforme, opere infrastrutturali, radicali cambiamenti nell’assetto dello Stato che tuttavia, venendo in alcune zone d’Italia percepite come una incomprensibile imposizione, hanno un enorme costo sociale. I lavori per la realizzazione della Direttissima Roma-Napoli son in questo senso la sintesi di un’epoca… Vi lavorano migliaia di persone provenienti da ogni zona d’Italia e tra Fondi e Itri vengono inviati circa 1000 operai sardi. Sono cittadini sabaudi molto tempo prima del resto d’Italia, ma parlare di “italiani”, a pochi anni dalla nascita del Regno, è ancora una questione complessa. Ad Itri il rapporto con la popolazione è improntato alla reciproca diffidenza: la loro presenza viene percepita come estranea ai tradizionali ritmi di vita del borgo rurale. Le condizioni di lavoro massacranti e le paghe ridotte concorrono poi ad alimentare un clima di insofferenza. Alcuni incoscienti – dall’una e dall’altra parte – aiutano a far divampare la rivolta… che porterà all’uccisione di 3 persone, al ferimento di numerose altre… lo stato ha sottovalutato il pericolo di trasferire in blocco centinaia di lavoratori dalla loro terra in un luogo nuovo, senza curarsi delle loro condizioni di lavoro e di vita, del contesto in cui avrebbero dovuto operare. I giornali dell’epoca, i gruppi parlamentari dell’una e l’altra zona, si scatenano in una ridda di reazioni al vetriolo… Dopo Rosarno e Castel Volturno la vicenda di Itri viene evocata come precedente storico. Pecchia, dal canto suo, lascia da parte suggestivi parallelismi: nel volume sono raccolti articoli d’epoca, testimonianze dirette, verbali, fotografie ed atti processuali. Una massa documentale proposta senza accenti e teorie precostituite, come supporto essenziale per il dibattito storico e perché ognuno, esaminandolo, possa farsi una propria idea al riguardo. Nessuno potrà mai sanare quella ferita. Una equilibrata analisi, un giudizio storico ponderato, una lettura razionale contribuiranno tuttavia a rendere giustizia a coloro che furono toccati da quella violenza. Una violenza sottovalutata dallo Stato, che in un’Italia ancora pienamente da unificare, pensò di giocare la carta del progresso, incurante dei pesanti costi sociali che esso avrebbe esatto (Aldo Anziano)”.

 

 

ITALIA SERA quotidiano di Roma, 23.3.2011, p. 23 “Cultura & Società

La rivolta di Itri del 1911

“Il 12 luglio ad Itri nel sud pontino… un contadino venne aggredito e ferito da alcuni operai sardi impegnati nella costruzione della “direttissima Roma – Napoli”… l’intervento di due carabinieri accorsi per sedare gli animi e per arrestare Cuccuru Giovanni autore del ferimento, si trasformò in una aggressione da parte di altri operai accorsi per liberare il loro compaesano… Il giorno seguente vi fu un nuovo tentativo da parte di molti sardi per liberare l’operaio arrestato… La “guerriglia” urbana si concluse con la morte di tre operai sardi e di venti feriti. Il tragico fatto di cronaca fu interpretato dalla stampa dell’epoca come frutto dei pregiudizi e degli atteggiamenti ostili degli itrani nei confronti dei sardi accendendo polemiche e reciproche accuse di intolleranza “razziale” tra la Sardegna e il Lazio… In realtà lo scontro fu l’inevitabile conseguenza dei mancati interventi delle autorità centrali, sollecitate da quelle locali, nell’adozione di misure concrete per migliorare l’integrazione sociale dei lavoratori… attraverso l’attuazione di strumenti idonei a modificare concretamente, migliorandole, le loro condizioni di vita. Pino Pecchia, studioso della storia del territorio pontino e di quello itrano in particolare, ricostruisce… sia il contesto nel quale si sono svolti gli accadimenti… sia le fasi del conseguente processo celebrato a Napoli… scrive nella prefazione Giuseppe Comparelli… “mentre deplora l’accaduto, diffida dall’utilizzare giustificazioni di parte e offre questa ricostruzione a chi interessa un quadro generale, non reticente, della società del tempo” (Vittorio Esposito).

 

 

 

Alcuni giorni prima della presentazione a Fondi apparve una recensione sul “Corriere della sera” a firma di G. Antonio Stella. Contestai civilmente i contenuti della parziale prefazione, al libro di cui appresso cito i dati, con una lettera che inviai al noto giornalista del Corsera.

In occasione della presentazione a Fondi preparai un compiegato (copia della lettera), che feci distribuire ai convenuti nella sala di Palazzo Caetani:

 

Il sette  luglio 1911 a pag. 39 del Corriere della Sera, viene pubblicata parte della Prefazione di Gian Antonio Stella scritta per il libro del sardo Antonio Budruni: I giorni del massacro (Carlo Delfino editore).

Il giorno seguente ho scritto al giornalista del Corsera la seguente nota:

(In merito alla recensione del Corriere della sera, pag. 39, Cultura, del 7 luglio 2011)

 

Egregio sig. G. Antonio Stella,

 

  ho curato due pubblicazioni sull’argomento, a pochi anni di distanza, una nel 2003 e l’altra quest’anno, nella ricorrenza centenaria (testi che si trovano presso le maggiori biblioteche e archivi di Stato della Sardegna e del continente). Quindi, non risponde al vero che solo il Budruni ha scritto della rivolta di Itri in questi cento anni. I sardi informati che sono in contatto con me condividono la ricostruzione che si opera in quelle pagine, finanche i sardi discendenti di quelli che lavorarono sul posto e sono rimasti in zona. Questi amici della Sardegna non sono certo da me ingaggiati per rafforzare tesi precostituite perché i miei libri non ne hanno. Consentono con me, invece, per un discorso di riconciliazione e comunione di valori, al di là dell’esito della ricognizione storica (troverà tutti i riscontri nel libro del 2011). Ora la pubblicazione del Budruni, col lancio pubblicitario sul primo giornale nazionale rischia di vanificare un lavoro che non è solo un intento civile, è anche un’indagine storiografica.

Infatti la semplificazione che si fa sul libro del Budruni, senza il controllo con altre fonti, porta Lei a giudizi sommari: cito dall’articolo quello sul Sindaco di Itri, all’epoca, G. Burali d’Arezzo, e quello sui carabinieri. La quarta di copertina della mia recente pubblicazione (presentata a Itri il 26 febbraio 2011 e che presenterò a Fondi il 13 luglio p.v.) riporta la nota di quel Sindaco al Ministro Giolitti, due mesi prima dei fatti, con cui si chiedeva la forza militare sul posto per arginare “qualsiasi funesto evento”. Invocazione e presagio del tutto ignorato dal governo del tempo. Nulla a che fare con quel “sobillò la popolazione contro gli immigrati” e meno che mai “per ragioni di bottega clientelare”. Tirare in ballo la camorra, una costante del Budruni 1, come scrivere di dieci morti, senza fonti di prova, serve solo a far rumore.

L’articolo del Corsera sembra obbedire a canoni di storia letteraria, come a un genere, dimenticando che sui fatti di Itri ci furono indagini e un regolare processo a Napoli (ho trascritto articoli del Suo giornale di cento anni fa). Il sindaco d’Arezzo e i due consiglieri, dopo mesi di carcere, furono scagionati da ogni accusa. Il sottosegretario Falcioni, nel rispondere alle interpellanze e interrogazioni dei parlamentari sardi, escluse qualsiasi responsabilità da parte delle forze dell’ordine dopo l’indagine amministrativa (le fonti sono sul libro del 2011).

Con questa mia nuova ricognizione ho voluto gettare un ponte ideale tra Itri e la terra di Sardegna, dove, mi auguro, possa giungere forte il senso di questa operazione. Non ho emesso sentenze, sebbene possa apparire qualche giudizio circoscritto ai dettagli.

Ritengo che sardi e itrani siano state vittime in ugual misura: un’analisi obiettiva, una lettura razionale, un giudizio storico con adeguato criterio di valutazione contribuirà, in qualche modo, a inquadrare e capire quella dolorosa vicenda. Ho affidato alla passione e all’intelligenza del lettore un possibile responso. Questi sono casi in cui la ricerca non giunge a una sentenza, ma almeno si accosta il più possibile allo svolgimento dei fatti.

Mi dissocio totalmente dai termini e dallo spirito delle colonne del Corsera perché lontani dai fatti documentati e dallo stato d’animo maturato a Itri e tra i sardi, valutando, non occultando, quella triste vicenda di cento anni fa.

Ho stampato presso una tipografia della mia città, senza il clamore dei media. Le mille copie realizzate con il contributo delle istituzioni sono state distribuite gratuitamente. Nessun interesse economico, solo la passione per la storia patria.

Spero avrà tempo e voglia di leggere le mie ricerche, conoscerà fatti e personaggi (ho citato le fonti) di cui nessuno ha mai scritto.

 

                                               Con stima

 

Pino(Giuseppe)Pecchia

Fondi, 08 luglio 2011                                                                 

All.

-I Sardi a Itri

-1911 La Rivolta di Itri – A cento anni da un eccidio.

 

1)Budruni Tonino, I giorni del massacro, «Ichnusa», rivista della Sardegna, n.

10, ed. Edes, Sassari 1986

 

^^^^^^^^^^

 

 

Ho voluto riportare di seguito il mio intervento, dove descrivo in modo circostanziato i fatti accaduti nel 1911 e gli episodi che si erano verificati alcuni giorni prima con il giornalista del “Corsera”.

Ero peraltro confortato da graditi ospiti, giunti dalla Sardegna: il regista Gianni Marras e il prof. Marco Lambroni. Presente anche la delegazione dell’Associazione Cerdena (la famiglia Sarda di Latina) capeggiata dal Presidente Giorgio Loddo e dal v. Presidente Filippo Cerina, nipote di Pasquale Cerina che era presente a Itri nel 1911 quale dipendente della ditta Spadari appaltatrice dei lavori della Roma-Napoli.

Intervenne anche il sindaco di Itri dott. Giuseppe De Santis, che era subentrato dopo la tornata elettorale a Giovanni Agresti, che tenne a battesimo a febbraio l’uscita del mio saggio.

 

 

 

FONDI - Palazzo Caetani - 13 luglio  2011

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

 

Intervento dell’autore:

 

 A tutti un cordiale benvenuto

 

Vorrei ricordare i nomi dei tre operai sardi che persero la vita cento anni fa: Antonio Barranca, Efisio Pitzus e Antonio Atzas…

 

Al Presidente del Consiglio comunale di Fondi prof.ssa Maria L. Marino e al sindaco di Itri Giuseppe De Santis va la mia riconoscenza per essere qui tra noi. Ringrazio il prof. Pasquale Maffeo, che ha tenuto a battesimo nel 2003 I Sardi a Itri, per aver accettato ancora il mio invito. Sono grato alle istituzioni e agli sponsor che mi hanno dato la possibilità di pubblicare questo libro. 

Su invito dell’Assessore alla Cultura Lucio Biasillo, che ringrazio per la sua sensibilità, ripropongo oggi a Fondi mia città natale che, pur non coinvolta direttamente in quella tragedia, visse la vicenda dei lavoratori sardi (circa 600) alloggiati in baracche, in contrada Sant’Andrea.

La rivolta del 13 luglio 1911 è un episodio che sconvolse la vita di un borgo rurale quale era Itri, oggi dinamica cittadina aurunca, alla quale sono particolarmente legato. Lì ho vissuto per 15 anni, attratto dalla sua storia e dalle sue tradizioni, ne ho anche scritto. 

 

I Fatti

Giunsero a Itri, per i lavori della Direttissima Roma-Napoli, circa 400 operai sardi. Dopo circa un anno vissuto tra reciproche incomprensioni, talvolta violente, si verificarono nel maggio del 1911 due eventi che scossero la comunità itrana: l’assassinio a Sonnino di un facoltoso cittadino di Itri, tale Michele Di Biase, da parte di due sardi residenti a Itri e il rifiuto del ministro Giolitti di potenziare la forza pubblica, richiesta dal sindaco Gennaro d’Arezzo.

I fatti luttuosi, con un prologo il 12 luglio, si verificarono il giorno successivo, con la morte dei tre operai sardi ricordati, come fu accertato dagli organi inquirenti, altri venti rimasero feriti. Uno scontro che provocò infuocati dibattiti in Parlamento e che fu definito dal sottosegretario all’Interno Falcioni una “feroce aggressione”. 

La reazione degli itrani era stata istintiva. Una giustizia fai da te, certamente deprecabile. Causa la provocazione riconosciuta dal Procuratore generale durante il processo, che oltre a ciò rigettò l’accusa di premeditazione invocata dalla parte lesa.

La stampa sarda attirò l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale descrivendo la comunità itrana intrisa di insofferenza razziale, sanguinaria e asservita alla camorra, accusando anche le autorità locali di aver sepolto di nascosto circa sette operai sardi.

Un’immagine falsata da comprensibile sdegno che il tempo non ha mitigato.

 

Mi sono chiesto molte volte se lo scontro si potesse evitare.

Dai documenti emergono alcune implicazioni. Il diniego del Ministro Giolitti nel rigettare la richiesta per il potenziamento della forza pubblica; il malessere causato dalla ditta Spadari, per le retribuzioni pagate ai lavoratori sardi al di sotto del dovuto, infine il sindacato, che soffiò sul fuoco della rivolta operaia per i bassi salari. Pur volendone legittimare l’operato, sottovalutò quanto stava montando tra le due comunità.

Stampa e sindacato denunciarono la presenza della camorra. Non ho trovato documenti, né alcuno è stato mai in grado di provarlo.

La stampa sarda, inoltre, passando a un discorso politico più generale, denunciò la carenza di opere pubbliche e lamentò i ritardi della Sardegna, non essendo l’agricoltura e la pastorizia risorse sufficienti per tenere il passo con le altre regioni.

In un’Italia ancora segnata dalle ferite post-unitarie, si ritenne di giocare la carta del progresso, senza pensare ai rischi. Nessuno considerò i pesanti costi sociali che esso avrebbe procurato spostando tremila operai, con famiglie al seguito, da varie regioni, nelle nostre terre. Lavori cui avrebbero ben assolto gli operai del meridione: le disastrate condizioni economiche di questi erano ben note.

 

Infine mi rivolgo direttamente a S. E. Reverendissima l’Arcivescovo. Grazie per essere tra noi.

L’ho desiderato in questa manifestazione non solo come presenza autorevole, ma come figura-simbolo più appropriata per lanciare un messaggio connesso a questa commemorazione interpretando i sentimenti della comunità itrana qui rappresentata dalla massima autorità locale.

Tra i sardi e Itri ancora corre qualche imbarazzo reciproco e interpretativo.

Il messaggio che si vuol dare con questa sua presenza, Eccellenza, è quello di una riconciliazione.

Nel momento stesso in cui deploriamo l’accaduto formuliamo l’auspicio che mai accadano fatti tristi come quello di 100 anni fa, né col pretesto del lavoro, né con quello di campanile.

Molto è cambiato da allora. Distanze geografiche, culturali ed emotive sono state colmate.

Vogliamo fare di quegli eventi passati un motivo di studio e di contatto per meglio fondare un vincolo di comunione suggerito dalla patria comune e, soprattutto, dalla comune appartenenza alla civiltà cristiana.

 

Ringrazio il coordinatore Marco Grossi, elegante nell’eloquio, preciso nei riferimenti: mi è stato di grande aiuto in questi ultimi giorni.

E infine ringrazio il passionista padre Giuseppe Comparelli, che ha curato la prefazione, un personaggio tanto schivo quanto straordinario per cultura e disponibilità. Devo a lui la serenità con la quale ho affrontato questa mia ultima ricerca storica.

 

Grazie a tutti per l’attenzione!

 

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Di seguito sono riportate notizie di stampa e alcune recensioni della presentazione a Fondi.

 

LA PROVINCIA 10 luglio 2011 pag.35

Mercoledì il convegno sulla rivolta di Itri

È scontro tra gli storici.

 

Incontro-dibattito a Palazzo Caetani di Fondi, voci polemiche in terra pontina dopo un articolo di Gian Antonio Stella… apparso giovedì sul Corriere della Sera… un articolo certamente di ottimo livello tecnico, ma che non ha mancato di suscitare forti reazioni in terra pontina dal momento che ad alcuni è parso di individuare nell’analisi di Stella una lettura “troppo univoca” ma al contempo poco nitida dei fatti storici. A sostenerlo è lo scrittore Pino Pecchia, che ieri ha scritto direttamente al giornalista del “Corsera”…

Ma oltre alla vis polemica, la tragedia di Itri è capace di suscitare anche l’ispirazione artistica: il regista Gianni Marras infatti lavora all’ipotesi di uno spettacolo teatrale musicale di impegno civile dedicato proprio al drammatico episodio di cento anni fa.

 

 

IL MESSAGGERO – LATINA 11 luglio 2011 pag. 31

 

    ITRI, DUE LIBRI PER CAPIRE

La “Strage dei sardi” cent’anni dopo

 

Cent’anni fa la “Strage dei sardi”. Uno scontro duro e cruento tra la popolazione di Itri e la comunità di immigrati le cui braccia erano state assoldate per costruire la ferrovia Roma-Napoli. Una convivenza difficile tra due pezzi di un’Italia unita da una cinquantina d’anni ma ancora lontana da una reale unificazione di tutte le sue componenti… Lo storico Pino Pecchia, ne scrisse una prima volta in un suo libro del 2003 e ora torna a ricostruire gli eventi con un nuovo lavoro “1911 La Rivolta di Itri” che sarà presentato domani a Fondi a Palazzo Caetani.

Un testo che si basa su testimonianze e ricerche d’archivio le cui conclusioni e la cui ricostruzione dei fatti si scontrano con il contenuto di un altro libro, uscito in questi giorni, a firma di Antonio Budruni. Secondo l’autore sardo, fu la discriminazione verso gli isolani, ritenuti razza inferiore, banditi e comunque da tenere alla larga il vero motivo della strage, fomentata dalla camorra che voleva il controllo della manodopera e del lavoro nella sua zona… insomma motivi razziali all’origine della rivolta. Pecchia però contraddice questa ricostruzione senza gettare colpe né addosso agli itrani né ai sardi, senza dare sentenze ma tentando un’analisi storica della situazione esistente all’epoca supportata da ricerche, testimonianze, documenti lasciando le conclusioni al lettore. Il sindaco e due suoi consiglieri precisa Pecchia, furono assolti dopo mesi di carcere e le forze dell’ordine scagionate dall’accusa di aver parteggiato per gli itrani. Insomma dopo 100 anni, sulla strage de sardi non c’è ancora la parola fine. (G. Cop. - Gaetano Coppola)

 

 

LA PORTELLA – SALOTTO CULTURALE FONDANO

Http://www.laportella.net

Presentazione del testo: 

"1911 - La rivolta di Itri"
Mercoledì 13 luglio 2011 - Ore 18.30 - Palazzo Caetani Fondi (LT)

Si terrà mercoledì 13 luglio alle 18.30 a Palazzo Caetani di Fondi, la presentazione dell'ultima produzione letteraria dello storico Pino Pecchia: 1911 La rivolta di Itri - A cento anni da un eccidio. Il fatto, il pretesto, il contesto, il processo, il commento di una ferita che ancora sanguina. Promosso dal sindaco di Fondi Salvatore De Meo, e dall'assessore alla cultura Lucio Biasillo, l'incontro sarà condotto da Marco Grossi, responsabile relazioni esterne del comune di Fondi, e vedrà come relatore lo scrittore Pasquale Maffeo, con un intervento di Sua Eccellenza Monsignor Fabio Bernardo D'Onorio, arcivescovo di Gaeta.

Pino Pecchia, a distanza di sette anni, ritorna su di un fatto di cronaca che vide coinvolti, il 12 e 13 luglio del 1911 gli abitanti di Itri, in drammatici scontri con centinaia di operai sardi che lavoravano alla costruzione della Direttissima “Roma-Napoli”. Un libro verità con cui l'autore getta un ponte ideale tra Itri e la terra di Sardegna. Il libro è stato pubblicato per i tipi delle Arti Grafiche Kolbe di Fondi.

 

CANALE 7.IT

Emittente TV di Fondi (LT) 11 luglio 2011

A 100 anni dai fatti di Itri si accende il dibattito. E Pino Pecchia risponde al 'Corsera'

Pino Pecchia contro Antonio Budruni. Anzi, meglio: Pino Pecchia contro Gian Antonio Stella, autore della prefazione al saggio di Antonio Budruni “I giorni del massacro. Itri 1911: la camorra contro gli operai sardi”. È del 7 Luglio scorso lo stralcio della prefazione di Stella pubblicato sul “Corriere della Sera” che ha mandato su tutte le furie lo storico itrano (fondano ndr), impegnato da anni a difendere la memoria storica dimenticata di un intero territorio.

Anche Pino Pecchia, infatti, presenterà proprio a Fondi, mercoledì prossimo, il suo libro “1911 La rivolta di Itri. A cento anni da un eccidio”. E più che un semplice incontro sarà la continuazione di questa debacle.
Il libro di Budruni citato da Stella rievoca gli scontri tra la popolazione locale di Itri e gli operai sardi che lavoravano alla costruzione della Direttissima Roma – Napoli tra il 12 e il 13 luglio 1911. Nel libro si sostiene che gli itrani, aizzati dalla camorra che accusava i sardi di concorrenza sleale alla manodopera locale, si scagliarono contro gli immigrati dall'isola: durante i disordini, una decina di operai vennero uccisi e molti altri feriti. Nella sua prefazione Stella va giù pesante: “I lettori – scrive - scopriranno pagina dopo pagina una storia agghiacciante. Che rivelerà come la strage di Castel Volturno del settembre 2008, quando sei africani furono assassinati in un eccidio voluto dalla camorra”, per esempio, ebbe “quel lontano precedente con altri «stranieri»: gli immigrati sardi. Di più: questo saggio sul massacro di Itri, rimasto per un secolo praticamente ignoto, conferma che per troppo tempo la storia italiana è stata raccontata non tutta intera, ma a pezzi”.

Ma Pino Pecchia ribatte a tono con una lettera a Stella: Non risponde al vero che solo il Budruni ha scritto della rivolta in 100 anni… Ho stampato il mio volume in una tipografia della mia città e le copie sono state distribuite gratuitamente. Nessun interesse economico, solo la passione.

Quella passione che spesso opera meglio di pagine gridate per vendere qualche copia in più. (Simone di Biasio)

 

 

COMUNE DI FONDI – Il Portale ufficiale del comune di Fondi

 

Fondi 12 luglio 2011                                                                      AGLI ORGANI DI STAMPA

 

A cento anni esatti dai fatti di sangue verificatisi ad Itri durante la costruzione della direttissima Roma-Napoli, il nuovo libro del fondano Pino Pecchia getta nuova luce sui drammatici eventi… per il tramite di una approfondita indagine storiografica… Già nel 2003 Pecchia aveva affrontato, con il saggio storico “I Sardi a Itri”, una prima accurata ricostruzione della vicenda, collocandola nel suo contesto sociale. Nuove testimonianze e materiali d’archivio gli hanno consentito di ritornare sull’argomento per giungere ad una più compiuta indagine storica, che rappresenta ad oggi l’unica ricostruzione effettivamente documentata su quelle tragiche vicende.

L’incontro di mercoledì prossimo sarà utile, infatti, per fare chiarezza in merito ad un recentissimo saggio di Antonio Budruni, accompagnato dalla prefazione di Gian Antonio Stella, entrambi viziati da deplorevoli inesattezze, semplificazioni e giudizi sommari che rischiano di compromettere una visione globale ed equilibrata che ambisce ad una auspicata riconciliazione tra la collettività sarda ed itrana.

 

LATINA OGGI – Quotidiano – 12 luglio 2011

Fondi: Eccidio a Itri convegno

 

Nuova luce sui fatti di sangue verificatisi ad Itri durante la costruzione della direttissima Roma-Napoli. A cent’anni esatti dagli eventi, il fondano Pino Pecchia propone una nuova, approfondita indagine storiografica. 1911 La Rivolta di Itri A cento anni da un eccidio, è il titolo di questo volume, che sarà presentato domani alle 18,30 nel Palazzo Caetani. Interverrà lo scrittore e critico Pasquale Maffeo in qualità di relatore e parteciperanno l’Arcivescovo di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio ed il regista teatrale Gianni Marras… L’evento è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Fondi… Pecchia aveva già affrontato la vicenda nel 2003, con il saggio storico I Sardi a Itri. Ed ora nuove testimonianze e materiali d’archivio gli hanno consentito di ritornare sull’argomento per giungere ad una più compiuta indagine storica, che rappresenta ad oggi l’unica ricostruzione effettivamente documentata su quelle tragiche vicende.

 

LATINA OGGI – Quotidiano – 13 luglio 2011 pag. 39 Zapping

Presentato stasera a Fondi il libro di Pino Pecchia

                “1911 – La Rivolta di Itri”

Sono trascorsi 100 anni dai tragici fatti di sangue che avvennero ad Itri, durante la costruzione della ferrovia Roma-Napoli… 1911 – La Rivolta di Itri di Pino Pecchia è il libro che ricostruisce la vicenda storica e arricchisce di testimonianze e di materiale di archivio gli eventi, già a suo tempo trattati dallo stesso autore nel saggio “I Sardi a Itri” del 2003. L’attuale volume, edito da Arti Grafiche Kolbe, verrà presentato dallo scrittore e critico Pasquale Maffeo… L’incontro con l’autore sarà l’occasione per ristabilire la verità storica riguardo ad un recente saggio di Antonio Budruni, accompagnato dalla prefazione di Gian Antonio Stella, stampato sull’argomento, e tale da rischiare di compromettere una visione globale ed equilibrata dei fatti e l’auspicata riconciliazione fra Sardi e Itrani. La serata e patrocinata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, dalla Provincia di Latina e con altri Enti.

 

 

LATINA OGGI – Quotidiano – 15 luglio 2011 PAG. 32

Eccidio di Itri lo scoop di Pecchia

Si è tenuta a Palazzo Caetani di Fondi, la presentazione dell'ultima produzione letteraria dello storico Pino Pecchia: «1911 La rivolta di Itri. A cento anni da un eccidio. Il fatto, il pretesto, il contesto, il processo,il commento» di una ferita che ancora sanguina… L'incontro è stato condotto da Marco Grossi, responsabile relazioni esterne del Comune di Fondi, con un intervento dell'Arcivescovo di Gaeta Fabio Bernardo D'Onorio. Dopo cento anni esatti dalla strage, Pecchia scava ancora sul dramma nel libro pubblicato per Arti Grafiche Kolbe di Fondi. L’opera ha ottenuto il patrocinio del Comune di Fondi in collaborazione con Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, Provincia di Latina, Comune di Itri, Parco Naturale dei Monti Aurunci, Sistema Bibliotecario Sud Pontino e Pro Loco Fondi, e si avvale del sostegno di Banca Popolare di Fondi, Creia e Consorzio Coop Casa Service. Già nel 2003 Pecchia aveva affrontato il tema con il saggio “I Sardi a Itri” ora integrato con nuove testimonianze e materiali d’archivio. Di recente un altro saggio di Antonio Budruni, con prefazione di Gian Antonio Stella, è stato invece considerato viziato da inesattezze.

 

 

LA GAZZETTA DEGLI AURUNCI – Mensile di cultura e politica – luglio 2011

 

ITRI: OFFENSIVA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA SARDA

 

Il noto giornalista Gian Antonio Stella nel suo percorso di irresponsabile e populista delegittimazione della classe politica italiana ha pubblicato sul Corriere della sera del 7 luglio scorso un articolo di autopromozione in cui si riporta la sua prefazione al libro di tale Antonio Budruni… Con una modalità storiografica del tutto discutibile l’autore con il consenso del prefatore, formula un parallelo tra l’episodio verificatosi a Itri nel 1911… e altri episodi di razzismo… come accaduto di recente a Rosarno… Siamo in presenza di un libro che diffonde una visione offensiva nei confronti degli itrani e completamente erronea ai fatti realmente accaduti… Il paragone assolutamente improprio… è una totale fantasia storiografica funzionale solo al tentativo di perpetrare la leggenda risorgimentale con il vilipendio delle popolazioni meridionali… Se fossero incorsi in un errore in buonafede occorrerebbe spiegare loro che la ricerca storica locale, condotta in particolare su questa vicenda da Pino Pecchia con ben due preziose pubblicazioni (”1911 La Rivolta di Itri del 2011 e “I Sardi a Itri” del 2003) ha dimostrato, documenti alla mano, che il sindaco di Itri si adoperò già due mesi prima dei fatti per richiedere al Governo Giolitti la forza militare sul posto per arginare ”qualsiasi funesto evento”. Ebbene nessun intervento venne predisposto per arginare la situazione… nessuna protezione da parte del governo centrale venne predisposta a favore delle masse di operai sardi in pessime condizioni di lavoro. Il considerare le istituzioni locali colluse con la camorra o con il brigantaggio ha agevolato ieri le istituzioni nazionali a far proseguire lo sfruttamento dei lavoratori sardi e ha consentito a Budruni e Stella di perpetuare una vulgata dei fatti che vuole per forza gli itrani, come tutti i meridionali, associati per delinquere contro il prossimo sardo o africano che sia.

Lo stesso Pecchia in occasione della presentazione del suo 1911 La Rivolta di Itri, svoltasi a Fondi il 13 luglio scorso ha tenuto a precisare «Ritengo che sardi e itrani siano state vittime in egual misura: un’analisi obiettiva, una lettura razionale, un giudizio storico con adeguato criterio di valutazione contribuirà, in qualche modo, a inquadrare e capire quella dolorosa vicenda. Ho affidato alla passione e all’intelligenza del lettore un possibile responso. Questi sono casi in cui la ricerca non giunge a una sentenza, ma almeno si accosta il più possibile allo svolgimento dei fatti. Mi dissocio totalmente dai termini e dallo spirito del Corsera perché lontani dai fatti documentati e dallo stato d’animo maturato a Itri e tra i sardi, valutando, non occultando, quella triste vicenda di cento anni fa».

Si tratta di una lezione di profondità umana e di equilibrio storiografico che è ben lontano da quello dimostrato dagli autori di ribalta nazionale molto più inclini per ragioni di cassa alla deriva sensazionalistica e per formazione culturale alla faziosità militante. (Giuseppe Cece)

 

 

LATINA OGGI – Quotidiano del 29 luglio 2011 pag. 34

Tam tam su Facebook in vista dell’incontro a Formia

                    Se Itri contesta Stella

 

ITRI non ci sta a vedere stravolta la storia relativa alla vicenda della prevaricazione dei lavoratori sardi che, nel 1911, impegnati a realizzare la galleria ferroviaria tra Fondi e il sud pontino, si trovarono coinvolti in una serie di tragiche aggressioni che fecero registrare anche la morte violenta di alcuni isolani. È passato un secolo dal fatto di sangue, ma le «ferite» sembrano ancora aperte. Ne è una prova il «tam tam» che in questi giorni si è diffuso su Facebook. Nel mirino una delle più autorevoli firme del giornalismo italiano: Gian Antonio Stella.

L’autore domenica inaugurerà il Teatro Paone. Intervistato da Riccardo Gambino, Stella presenterà il suo ultimo libro, «Vandali», un’inchiesta sull’attuale stato del patrimonio culturale nazionale. Ma ovviamente, per gli itrani, non è questo l’oggetto del contendere, quanto invece la prefazione scritta dal giornalista del «Corriere della Sera» a un recente saggio di un autore sardo, Antonio Budruni, che ha dato una interpretazione dei fatti ritenuta dagli itrani per nulla rispondente al vero. Con Stella e l’autore sardo ha polemizzato anche lo storico itrano (fondano ndr) Pino Pecchia in occasione della recente pubblicazione del suo libro «1911 - La rivolta di Itri. A cento anni dall'eccidio», che ricostruisce la vicenda storica e arricchisce di testimonianze e di materiale di archivio gli eventi, già a suo tempo trattati dallo stesso autore nel saggio «I Sardi a Itri» del 2003.

 

 

 

Per concludere ritengo di dover integrare con alcune note questa carrellata di opinioni. I lettori  che visiteranno il mio sito potranno conoscere alcuni importanti risultati della mia ricerca. Il libro, comunque, è rintracciabile tramite il circuito bibliotecario nazionale.

 

Nel 1911 fu mostrato all’opinione pubblica nazionale il volto della comunità itrana intrisa di insofferenza razziale, sanguinaria e asservita alla camorra.

Oggi con maggiore obiettività, è possibile affermare che fu una rivolta di piazza, generata da una difficile convivenza, esasperata dal movimento sindacale e favorita dal lassismo delle istituzioni, che non seppero prevenire la precipitazione degli stati d’animo.

Un evento drammatico iniziato con alterchi, andò via via inasprendo gli animi dei locali che reagirono agli atteggiamenti provocatori di pochi operai facinorosi.

La reazione degli itrani fu passionale e, come tale, indirizzata verso una giustizia fai da te - commessa da una folla briaca -, come affermarono più difensori. Fu uno scontro senza precedenti, che provocò infuocati dibattiti in Parlamento, che si manifestarono come disse il sottosegretario all’Interno Falcioni, in “... feroce aggressione”.

Queste le date più significative, preludio alla rivolta di Itri:

-27 ottobre 1910, lettera del sindaco al sottoprefetto per comunicare i disordini provocati dai sardi, i quali pretendevano, contrariamente alle leggi sanitarie, che fossero svolti in chiesa i funerali di un operaio morto di colera.

-4 marzo 1911, lettera del sindaco al prefetto per denunciare lo stato di compromissione morale e per avere i sardi aggredito certo Angelantonio de Simone nella sua abitazione.

-7 maggio 1911, l’esplosione di cariche di dinamite presso le abitazioni di Alessandro Agresti e Pietro Picano, che il sindaco denuncia al prefetto il giorno successivo.

-8 maggio 1911, richiesta del sindaco al Ministro dell’Interno di adeguata forza pubblica:

La mattina dell’8 maggio 1911, il sindaco di Itri, Gennaro Burali d’Arezzo, invia una nota al Ministro dell’Interno Giolitti: «Devo riferire a V.S. che stanotte, alle ore 2 e 15 si è ripetuto il fatto tante volte deplorato in questo Comune e cioè di due scoppi colposi di esplodenti. È certo che le cose in tal guisa non possono andare e io prego di bel nuovo la S.V. perché si degni di provvedere in questi casi anormali per un positivo rinforzo della Stazione  e all’invio di truppe in questo comune per riparare a qualsiasi funesto evento e conflitto di sangue». (Atti del processo Fol. 112 Vol. I)

Il Ministro trasmette il 19 maggio la sua decisione: «In risposta alla lettera contraddistinta, significo a V.S. che questo Ministero non ritiene sia il caso di procedere alla istituzione di una delegazione distaccata ad Itri, tanto meno autorizzare colà l’invio di un funzionario di P.S. in missione dato il lungo periodo di tempo pel quale tale missione dovrebbe durare. Qualora esigenze di servizio lo richiederanno, il Prefetto, potrà provvedere con il saltuario invio, per tempo strettamente necessario, di qualche funzionario in missione, salvo la preventiva autorizzazione da accordarsi caso per caso». (Atti del processo, fol. 115  vol. I, parte II)

-17 maggio 1911, l’omicidio di Michele Di Biase di Itri avvenuto alla stazione di Sonnino per mano di due sardi che abitavano a Itri, ospiti a cena la sera precedente, presso l'abitazione del Di Biase. Certo è che l’omicidio non passò inosservato, quasi tutti i protagonisti di quella sciagurata rappresentazione della follia, ne fecero menzione. Erano consapevoli, pur senza ammetterlo apertamente, che un fatto del genere poteva mettere in crisi un intero paese e farlo reagire in modo inconsulto. È ciò che accadde!

La reazione del 13 luglio fu smisurata, anche se scaturita dalla provocazione. Colpa di un viscerale campanilismo, allora dominante, che provocava reazioni incontrollate, solo per futili motivi.

Un magistrato illuminato, subito dopo i fatti, seppe inquadrare in modo imparziale, l’irrazionale comportamento della ribellione. Era il Pretore di Fondi Giuseppe Pelosi, il quale scrisse: Il conflitto con le sue tristissime conseguenze si sarebbe potuto evitare solo spiegandosi da parte di chi di dovere una maggiore oculatezza ed energia nel prevenirlo… Primo fra tutti il diniego partecipato dal Ministro dell’Interno Giolitti, che rigettò la richiesta del sindaco d’Arezzo per il potenziamento della forza pubblica a Itri. Il malessere, causato dalla ditta Spadari, vincitrice dell’appalto, per le retribuzioni pagate ai lavoratori sardi, al di sotto del dovuto.

Il sindacato non fu da meno, soffiò sul fuoco della rivolta operaia per i bassi salari, denunciando continuamente la presenza della camorra, collegandola alle autorità itrane che avrebbero sobillato per mero interesse la popolazione contro gli operai sardi. Pur volendone legittimare l’operato, il sindacato sottovalutò quanto stava montando tra le due comunità.

La camorra? Nessuna documentazione certa. Non escludo che abbia condizionato con degli infiltrati la convivenza tra gli operai, fomentando disordini, alterando il precario equilibrio esistente tra sardi e itrani.

A Fondi, dove vivevano seicento operai sardi in baracche distanti sei chilometri dal centro abitato (loc. Sant’Andrea), la situazione non era migliore.

Quando la stampa sarda rilevò che la convivenza con i “fondani” non aveva suscitato frizioni di alcun genere, non conosceva bene la situazione logistica, non paragonabile a quella di Itri, dove gli operai vivevano a contatto diretto con la comunità locale, la cui vita risultava stravolta per i turni di lavoro cui erano sottoposti gli operai della ferrovia, nell’arco delle ventiquattrore.

Sono tanti gli aspetti negativi che caratterizzarono la permanenza degli operai giunti in Campania per la ferrovia, né mancarono gli irresponsabili atteggiamenti di chi avrebbe dovuto prevenire lo stato conflittuale più che evidente, che andava montando tra sardi e itrani, portatori delle identiche caratteristiche. Tutto questo portò ad un conflitto esistenziale che ebbe il suo epilogo drammatico, inimmaginabile, appena un anno prima.

Furono arrestati cento itrani. La Pubblica Accusa rinviò a giudizio solo 33 imputati.

La rivolta fu usata come un grimaldello. Cento anni fa si volle denunciare, da parte di certa stampa che soffiava sul fuoco della lotta politica, l’arretratezza dell’isola: non essendo l’agricoltura e la pastorizia risorse sufficienti per tenere il passo con altre regioni italiane. I fini erano più che giustificati: non il mezzo!

Non ho emesso sentenze, in questo nuovo testo. Considerazioni rigorose sì, secondo le circostanze, per entrambe le etnie. Ho pubblicato i documenti dai quali ho attinto, utili per leggere il tutto con spirito critico, perché ognuno possa giungere a personali e motivate conclusioni.

La rivolta di Itri è un frammento di storia d’Italia, unita allora da appena 50 anni ma ancora lontana da quel senso di unità nazionale che faticava allora e, pare, ancora oggi. Affido alla passione e all’intelligenza del lettore un possibile responso. Questi sono casi in cui la ricerca non giunge a una sentenza, ma almeno si accosta il più possibile allo svolgimento dei fatti. ( Pino Pecchia)

 

 

 

 

Le foto si riferiscono alle presentazioni del 26 febbraio 2011, presso l'Aula consiliare del Comune di Itri.

Autori:

Vincenzo Bucci e Raffaele Fabrizio;

Quelle del 13 luglio 2011 presso Palazzo Caetani di Fondi

sono di:

Egidio Daniele e Vincenzo Bucci.

Ai disinteressati autori delle foto va il mio ringraziamento, così come agli organi di stampa, TV, radio e siti Internet che hanno divulgato questa mia ultima pubblicazione.

 

Mentre mi accingo ad inserire queste notizie sul mio sito, mi giunge notizia di aver vinto grazie al libro di cui sopra, la XX Edizione del Premio Internazionale Tulliola 2010/2011 per la saggistica. La premiazione avverrà martedì 25 ottobre 2011, presso il Castello di Miramare di Formia. Notizie e foto dell’avvenimento le pubblicherò successivamente.

 

 

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Numerosi quotidiani della Provincia di Latina e siti Internet hanno riportato - come notizia di lancio, congratulandosi - la vincita del Premio Internazionale Tulliola per il settore saggistica. Ho ritenuto opportuno riportare solo tre organi d’informazione per non appesantire la lettura di questa parte dedicata al Premio.

Verbale d’assemblea per il Premio Tulliola 2010-2011

XX Edizione del PREMIO INTERNAZIONALE

La premiazione si terrà presso il Castello Miramare di Formia, martedì 25 ottobre alle ore 16,30

L’Associazione Tulliola ha deciso di rendere omaggio con medaglia del Presidente del Senato al Pubblico Ministero della Direzione Anti Mafia di Napoli Pierpaolo Filippelli, per l’impegno profuso nella lotta alla camorra anche nel Sud Pontino. Di premiare per  gli alti  meriti culturali ed umani la giornalista Mary Attento e il poeta Giuseppe Napolitano per una vita dedicata alla poesia .

Il giorno 3 agosto si è riunita l’associazione culturale Tulliola con tutti i suoi membri per stabilire i nomi dei finalisti del Premio internazionale “TULLIOLA”.

La giuria è formata dal Presidente della giuria  il Poeta, critico letterario, saggista-polemista   Ugo Piscopo, dal Presidente onorario Poeta-Avvocato-Senatore Erasmo Magliozzi, dalla Presidente del Premio Poetessa  Carmen Moscariello, dalla scrittrice, critica letteraria Maria Argenziano , dal Preside- scrittore Silvano Cuciniello, dal prof. Giuseppe Di Nitto direttore della biblioteca di Napoli, dal  Poeta- Preside  Michele Graziosetto, dal Poeta Manfredo Di Biasio, dall’onorevole Magistrato- Poeta Alfonso Malinconico, da Tommaso Pisanti  Prof. Di lingua e Letteratura Comparata  dell’Università di Salerno, dallo scrittore  Domenico Pimpinella ,  dallo scrittore-scultore Mari Rizzi,dal romanziere prof. Alessandro Petruccelli.

Segretaria del Premio: dott.ssa Barbara Vellucci

Nel Premio oltre i partecipanti del 2011 sono confluiti anche quelli del 2010 (La premiazione nel 2010  non ebbe luogo per il lutto che colpì l’Associazione per la morte del Presidente della Giuria il Poeta- Critico letterario Renato Filippelli che da 20 anni l’aveva presieduta con onore e generosità).                                                  

In totale i partecipanti al Premio di Poesia sono stati 780 provenienti da ogni parte d’Italia e dell’Europa. Per il romanzo 120 , per la saggistica 32. Nessun contributo è stato richiesto ai partecipanti, tantomeno l’Associazione ha ricevuto contributi da  enti pubblici. Il lavoro dei giurati è stato lungo e delicato. Si è proceduto a una prima selezione dei finalisti, per poi arrivare a una rosa di quattro opere vincitrici e successivamente stabili e tra queste quattro il vincitore del Tulliola nelle diverse sezioni.

Omissis…

Saggistica: La rivolta di Itri di Pino Pecchia.

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La motivazione del Premio:

 

Pino Pecchia già nel passato ha pubblicato saggi a carattere storico che hanno riguardato la storia di Itri, con questo pregevole lavoro fa chiarezza su un episodio tragico che interessò un crimine controverso su cui molto si discusse.

Con la ricerca di documenti preziosi, da quelli giuridici, a quelli giornalistici, con testimonianze documentate e fotografie dell’epoca rende giustizia a un fatto doloroso proponendo un sottile ed acuto riesame dei fatti accaduti.

 

                                                                                        Fto. Ugo Piscopo

 

 

 

COMUNE DI FONDI-Provincia di Latina

 

Ufficio stampa

 Il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo e l’Assessore alla Cultura Lucio Biasillo si complimentano con il concittadino Pino Pecchia per l’attribuzione del “Premio Internazionale Tulliola 2011 per la Saggistica”, che sarà conferito allo scrittore fondano martedì 25 ottobre presso il Castello Miramare di Formia.

La giuria di esperti del Premio, presieduta dal poeta e scrittore Ugo Piscopo, ha preso in esame centinaia di opere di autori italiani e stranieri. Il “Tulliola”, giunto alla XX edizione e diviso per categorie, ha visto infatti 780 partecipanti per la sezione Poesia, 120 per quella riservata al Romanzo e 32 per quella della Saggistica.

Pino Pecchia è stato premiato per il saggio “1911 - La Rivolta di Itri. A cento anni da un eccidio”, dato alle stampe alcuni mesi fa proprio nel centenario della tragica ricorrenza dei fatti di sangue verificatisi ad Itri durante la costruzione della direttissima Roma-Napoli.

«Formuliamo le più sincere congratulazioni al concittadino Pino Pecchia per il prestigioso premio – dichiarano il Sindaco De Meo e l’Assessore alla Cultura Biasillo –, che unitamente all’apprezzamento della critica e dei lettori rappresenta il giusto coronamento delle sue appassionate e puntuali ricerche. Il suo minuzioso e appassionato saggio sui fatti di Itri, presentato con grande successo anche a Fondi nel Luglio scorso, è solo l’ultimo dei pregevoli lavori che Pecchia ha dedicato alle storie che hanno contribuito a fare la Storia del nostro comprensorio».

 

 

 

H24 NOTIZIE - 24 ottobre 2011

 

 FONDI:  MARTEDI’ 25 PINO PECCHIA PREMIATO ALLA XX^ EDIZIONE DEL “TULLIOLA” DI FORMIA

 

di Orazio Ruggieri

 

Un’altra prestigiosa tappa ha segnato l’impegno culturale del ricercatore Giuseppe Pecchia di Fondi, per tutti il popolare “Pino”. Allo storico della città della Piana è andato il premio per la Saggistica, per l’opera “La rivolta di Itri”. La cerimonia di premiazione, che scaturisce dalle deliberazioni adottate dalla giuria del XX Premio Internazionale “Tulliola” il 3 agosto scorso, avrà luogo alle ore 16.30 di martedì 25 ottobre presso il Castello Miramare di Formia.

Oltre ai tanti prestigiosi nomi dei premiati, spicca, come dicevamo, quello di Giuseppe Pecchia, autore, per il settore riservato alla saggistica, dell’opera “1911 – La rivolta di Itri” edito per i tipi delle Arti Grafiche Kolbe di Fondi.

Il suo prezioso contenuto, lungi dal sentenziare teoremi o scomuniche, espone, sulla scorta dei soli documenti scrupolosamente raccolti secondo la più rigida meticolosità empirica del rinomato scrittore, la vicenda, a cento anni dall’accaduto, dello scontro tra la gente di Itri e i manovali, provenienti dalla Sardegna, chiamati a realizzare la galleria ferroviaria che unisce i territori di Fondi e di Itri, lungo la tratta della nascenda direttissima Roma-Napoli.

Pino Pecchia, di origine fondana, ha operato professionalmente a Itri, dove solo qualche hanno fa ha privato la struttura dirigenziale e funzionaria del locale municipio della sua irripetibile consulenza e laboriosità.

… Già preciso regista della visita del Santo Padre, Giovanni Paolo II, nel 1989 sul Santuario della Madonna della Civita, oltre che di tanti eventi che hanno portato il nome e l’immagine del centro aurunco sui piccoli schermi nazionali e internazionali, va detto che il suo crescendo culturale sta suggellando un’attività, autenticamente poliedrica, che prende le mosse dagli anni Cinquanta.

Figlio spirituale di quel don Luigi Bellotti, consulente dell’arcivescovo di Gaeta, Mons. Lorenzo Gargiulo, in odore di beatificazione, Pecchia ne ereditò la passione per il sano dinamismo esistenziale e operativo e… tutte le forme di aggregazione promozionalmente intesa all’impiego del tempo libero e alla formazione di giovani, fu un autentico allievo di Luigi Bellotti, nel quale le doti di magister vitae per tanti giovani erano suffragate da una competente preparazione pedagogica e da una convinta adesione ai principi del Vangelo predicato innanzi tutto con l’esempio fulgido di un’esistenza spesa al servizio della Verbum predicato da Cristo.

 

 

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Il concittadino Pino Pecchia si aggiudica il Premio Internazionale Tulliola 2011 per la saggistica

Brillante affermazione dello scrittore fondano Pino Pecchia. Con il saggio: 1911 La Rivolta di Itri – A cento anni da un eccidio, pubblicato a febbraio di quest’anno, si è aggiudicato il Premio Internazionale Tulliola 2011 per la saggistica. Una giuria di esperti, presieduta dal critico letterario e saggista Ugo Piscopo, ha valutato le numerose opere di autori provenienti dall’Italia e dall’estero. La premiazione è in programma per martedì 25 ottobre alle ore16.30 presso il Castello Miramare di Formia. Nel corso della serata l’Associazione Tulliola ha deciso di rendere omaggio, con medaglia del Presidente del Senato, al Pubblico Ministero della Direzione Antimafia di Napoli Pierpaolo Filippelli, per l’impegno profuso nella lotta alla camorra anche nel Sud Pontino.
Il premio giunto alla XX edizione, diviso per categorie, ha visto 780 partecipanti per la poesia, 120 per il romanzo e 32 per la saggistica, categoria, come dicevamo, vinta dal nostro concittadino Pino Pecchia, cui vanno le congratulazioni della Redazione di Canale7.

Articolo a cura di La Redazione pubblicato il 14/10/2011 Ore 13:01

 

 

 

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