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Prof. Domenico Del Bove

 

Il Dialetto Itrano ed i nostri Soprannomi.

 I soprannomi sono per i cittadini di Itri di una certa età il modo migliore e tradizionale per individuare una persona senza possibilità di errore. In un paese di circa 10mila abitanti ci si conosce quasi tutti ma se si cita solo un nome e cognome la probabilità di errore è notevole. Chi è  “Tizio” La Rocca ?… Scatelelle, Pierecice o Verdosche ? Chi è “Caio” De Simone?…  Pettenete, Fasuoglie o Capedefierre ? Chi è “Sempronio” Ruggieri ?... Gl’Aglitt, Gl’Ammicciaruogl o Cucchiarone  ?

Chi conosce Michele Capirchio? Poche persone ! Chi conosce Michele Mulitte ? Quasi tutti !! Insomma la connotazione del soprannome è una certezza ! Tanti anni fa mio nonno materno riceveva una cartolina postale indirizzata a  Sinapi Luigi… Catone. Insomma una volta il soprannome era anche una garanzia di sicuro recapito della corrispondenza! In parallelo con il  dialetto Itrano, i soprannomi vanno pian piano scemando, in particolare con le nuove generazioni (con i loro nuovi codici). Senza voler fare un’operazione di mera nostalgia, ritengo che sia il nostro dialetto che i soprannomi classici vadano salvaguardati sia pure a livello di memoria storica.

 La pubblicazione del lavoro, incompleto ma significativo,  del cav. Mancini Gaetano “Quacquarone”, mostra l’amore di un uomo per la sua terra; nel 1989,  al tramonto della sua lunghissima vita, attraversando due guerre mondiali e un lungo periodo di emigrazione, ne fece dono al Sindaco del suo Paese , ed io ne ho fatto dono alla biblioteca comunale, oltre a pubblicarlo in rete. Ringrazio l’amico Pino Pecchia che ha voluto gentilmente ospitarlo sul suo sito www.visitaitri.it che, insieme ai suoi libri, è un ricco e prezioso archivio della storia e delle tradizioni  del nostro territorio.

Itri, Novembre 2013

 

                                                                 Domenico Del Bove, Mimmo de “Santumartin”

 

Cliccando sulle icone  si potranno leggere i soprannomi trascritti di pugno su alcuni fogli di quaderno da Gaetano Mancini  nel lontano 1988.

 

 

 

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